È sempre più presente nelle case di oggi, e non solo in quelle di campagna – contesti a cui si è soliti maggiormente pensare – ma anche in quelle tipicamente cittadine.
La stufa a legna si rivela infatti molto apprezzata come sistema di riscaldamento della propria abitazione, “complice” senza dubbio l’estetica, che dona un tocco di eleganza all’ambiente in cui è collocata, fungendo dunque da elemento di arredo vero e proprio.
Ma come vedremo in dettaglio nel corso della trattazione, sono anche altri gli aspetti positivi a suo favore, dal rilascio graduale di calore nell’ambiente stesso, al fattore economico.
Dalle forme, dimensioni e rivestimenti differenti – per assecondare qualsivoglia necessità – la stufa è un acquisto che lascia soddisfatti. Ed è in particolare il rivestimento della stufa stessa la tematica su cui concentreremo la nostra attenzione, così da veicolare al meglio detto acquisto. Proseguiamo allora nella lettura per scoprirne di più.
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I vantaggi della scelta
Coniuga squisitamente comfort e design, permettendo di avere la casa calda ed accogliente ed al contempo di “fare la differenza” quanto a stile. Collocata “ad hoc”, la stufa si profila infatti come un raffinato complemento di arredo che darà una nota diversa a tutto l’ambiente circostante. Da quella vintage, a quella dalle linee moderne, il risultato sarà sempre… perfetto!
Ma come abbiamo or ora anticipato, sono diversi i vantaggi offerti. Vediamo nello specifico quali.
Stufa che poi è economica, specie sul lungo periodo: azzera infatti i consumi di gas e riduce quelli di materiale da bruciare, poiché ottimizza le risorse, in virtù del precitato riscaldamento graduale e duraturo. Agevole da utilizzare, richiede un carico di legna al giorno per assicurare un’autonomia di 24 ore, ed una volta spenta, può poi essere adoperato il calore generato dalla brace.
Fonte di energia rinnovabile, la stufa è infine ecologica e rispettosa dell’ambiente, un indubbio plus che non può che essere apprezzato.
Le diverse tipologie di rivestimento: in particolare, la stufa in acciaio ed in ghisa
Diversi sono i tipi di rivestimento di una stufa contemplati dal commercio, e diversi sono, ovviamente, i “corrispondenti” prezzi. In questa sede cominciamo ad occuparci di quelli in ghisa e in acciaio, rimandando ai paragrafi successivi la trattazione degli altri. Così da avere un’esposizione ordinata e precisa.
Alimentata a legna e a pellet, la stufa con rivestimento in acciaio è una tipologia di stufa “contemporanea”, di facile pulizia con qualunque detergente, ma al contempo di grande pregio.
Agevolmente trasportabile da un luogo all’altro della propria abitazione, la stufa in acciaio presenta tuttavia il “neo” del suo stesso rivestimento: il surriscaldamento dell’impianto potrebbe deformarlo, e le saldature potrebbero danneggiarsi.
Ideale per potenzialità di conduzione e rendimento termico, la stufa con rivestimento in ghisa riscalda per irraggiamento, immagazzinando il calore nelle pareti del rivestimento e propagandolo con gradualità nell’ambiente. Ed assicurando così un sistema di riscaldamento in grado di limitare in maniera sensibile il consumo di combustibile.
Quello in ghisa è un rivestimento assai resistente e duraturo nel tempo, che rende non frequenti gli interventi di manutenzione e gestione; al tempo stesso, però, il materiale è soggetto a crepe o rotture in presenza di impianti qualitativamente scarsi, con la conseguente necessità dell’adozione di un sistema di rodaggio dopo l’acquisto. Bisogna poi considerare l’aspetto del peso, assolutamente non irrisorio, che non permette agevoli spostamenti all’interno dell’abitazione.
La stufa con rivestimento in maiolica e in ceramica
Realizzata in materiale refrattario, la stufa con rivestimento in maiolica trasmette il calore per irraggiamento: accumula il calore nelle pareti per poi propagarlo nell’ambiente circostante in maniera lenta e graduale, così che il calore stesso si conserva per qualche ora anche in seguito allo spegnimento dell’impianto.
Sebbene il costo iniziale sia piuttosto alto, la stufa con rivestimento in maiolica si profila come una soluzione ecosostenibile, che consente non solo di risparmiare sui consumi di combustibile, ma anche di ridurre le emissioni di CO2 nell’ambiente. Con un’ammortizzazione dei costi in tempi brevi.
Con una manutenzione non eccessiva, offre un riscaldamento salutare – l’aria e la polvere non circolano nell’ambiente – caratterizzandosi per le linee classiche o moderne a seconda dei modelli, e per l’adattabilità ad ogni tipologia di arredamento.
Dalle prestazioni analoghe a quelle della stufa in maiolica è quella con rivestimento in ceramica, che si caratterizza per uno stile di indiscusso pregio, ricco di dettagli e decori.
La stufa con rivestimento in pietra ollare e in cotto
Roccia magmatica, la pietra ollare si caratterizza per l’elevata capacità di accumulo del calore. Rilasciato per irraggiamento in maniera graduale nell’ambiente, ove si “conserva” a lungo anche a seguito dello spegnimento dell’impianto.
Siamo in presenza di un rivestimento resistente alle alte temperature, al freddo ed agli agenti acidi, che si rivela agevole da pulire. Un vantaggio in più per chi non dispone di molto tempo da dedicare alla manutenzione della propria stufa.
Realizzata con blocchi di terra refrattaria – precedentemente cotti in appositi forni – è invece la stufa con rivestimento in cotto, che immagazzina il calore durante la combustione, per poi rilasciarlo lentamente nell’ambiente circostante.
Dallo stile rustico e country, è una tipologia di stufa dalle elevate prestazioni, sia in termini di rendimento termico che di resistenza e durata nel tempo, che non necessita di manutenzione particolarmente impegnativa. Versatile, ben si presta ad essere adattata a qualunque ambiente della propria casa, fungendo – tra l’altro – da gradevole elemento di arredo.
Qual è il rivestimento migliore?
Dopo aver esaminato le tipologie di rivestimento disponibili in commercio, è “lecito” domandarsi quale sia il “migliore” per una stufa, quello, cioè, da preferire tra tutti.
Il “primo posto” va al rivestimento in pietra ollare, in virtù delle potenzialità di immagazzinare il calore prodotto dalla combustione, di “raccoglierlo”, sprigionandolo nell’ambiente circostante. Calore che si mantiene lungamente anche dopo lo spegnimento della stufa.
Dettaglio assolutamente non da poco, poi, rispetto agli altri materiali di rivestimento, la quantità di calore dispersa è minore, dal momento che l’aria calda passa attraverso la canna fumaria solo dopo aver “lasciato” la maggior parte del calore stesso originata.
A fronte di questi innegabili aspetti positivi, bisogna però sottolineare i costi elevati della stufa in pietra ollare, non sempre alla portata di tutti.
Ecco allora che la ghisa si profila come una valida “alternativa”, perché anch’essa, come la pietra ollare, accumula il calore diffondendolo negli spazi abitativi. Ed ha un costo inferiore, maggiormente accessibile.
Una “modalità”, quella di accumulare il calore e propagarlo nell’ambiente, “propria” anche delle stufe in maiolica, ceramica e cotto, che però hanno costi iniziali parecchio elevati e richiedono una progettazione iniziale perché l’installazione sia ideale. Con la conseguenza che il sistema di riscaldamento previsto non potrà essere subitaneo.