Quando parliamo di stufe e in generale di metodi di riscaldamento, la nostra attenzione si pone anche inevitabilmente sui tipi di combustibile e l’alimentazione. In un momento storico in cui l’attenzione e il rispetto dell’ambiente sembra porsi come tema principale, pensare a delle soluzioni alternative a gas e luce si pone come un grande problema etico. Ma trovare una fonte di riscaldamento alternativa si pone anche, e soprattutto, come problema economico dal momento il caro vita che sta mettendo in difficoltà tante famiglie.
Dunque la soluzione che tante famiglie stanno adottando, consiste nell’adozione di stufe alimentati dalle biomasse. Per biomassa si intende un tipo di combustibile organico ricavato da elementi naturali (di origine animale o vegetale). Questi organismi vengono, in sostanza, riciclati e usati per produrre energia. Dall’energia, si ricava il calore necessario. Più le temperature sono basse, più a lungo sentiamo la necessità di tenere accesa la stufa.
Le stufe alimentate da biomasse sono oltre che economiche, anche eco sostenibili. Hanno un impatto bassissimo sull’ambiente e consentono di risparmiare in modo notevole sulle utenze domestiche. In questa guida vogliamo osservare da vicino proprio le biomasse più diffuse, concentrandoci particolarmente sul pellet e sul cippato. Vi illustriamo sia le principali caratteristiche dell’una e dell’altra, sia le differenze sostanziali tra le due biomasse.
Contenuti che troverai nell'articolo
Il cippato: cos’è e come si ricava?
Il cippato rappresenta una tipologia di biomassa non densificata. La lavorazione di questo combustibile è frutto di alcune attività di tipo agricolo, talmente facile da realizzare che potete farlo autonomamente anche voi.
Grazie a una macchina chiamata cippatrice, i prodotti di scarto del legno lavorato vengono trasformate in scagliette che vanno dai 3 ai 6 cm. C’è da fare inoltre delle distinzioni tra due tipi di cippato diversi. Troviamo infatti un cippato fine (la grandezza corrisponde a circa 3 cm), ed è adatto per stufe a legna e alcuni tipi di caldaia.
Il cippato ha una potenza di calore notevole. Riesce infatti a raggiungere un valore di circa 4 kWh per ogni kg. Si rivela infatti utile per riscaldare appartamenti o ville. Il cippato può avere costi variabili, in base al tipo di legno riciclato e al tasso di umidità rilevato. E’ un’ottima alternativa al pellet ed è davvero economico.
Il pellet: produzione e consumo
Il pellet è una tipologia di biomassa molto diffusa. Le stufe a pellet stanno infatti conoscendo un periodo molto florido grazie alla grande richiesta sul mercato. Molti clienti scelgono il pellet come combustibile proprio per la sua convenienza economica. L’uso del pellet evita grossi consumi di energia elettrica e di metano, limitando così i costi delle bollette, che soprattutto in inverno tendono a lievitare.
Un’altra grande differenza tra pellet e cippato consiste nel fatto che il primo, a differenza del secondo, è densificato. E’ un tipo di combustibile anch’esso economico ed eco sostenibile (proprio perché è realizzato grazie al riciclo degli scarti del legno) come il cippato.
Anche nel caso del pellet, il prezzo sul mercato può variare sia in base al legno usato per la lavorazione sia dal tipo di stufa cui è destinato. Va benissimo sia per sistemi di riscaldamento ad uso domestico (come stufe e caldaie) sia per quelli ad uso industriale.
Meglio pellet o cippato? Alcune informazioni utili
Il pellet e il cippato sono due biomasse molto comuni, ma nonostante tutto non molti conoscono le loro potenzialità e il loro utilizzo più adatto. Entrambi consentono al cliente di risparmiare sul riscaldamento. Il loro beneficio maggiore è, oltre l’eco sostenibilità, anche la versatilità poiché si adattano non solo a stufe diverse ma anche ad usi diversi (domestico e industriale).
Molti clienti si chiedono quale sia la biomassa migliore per la propria esigenza. Ottenere una risposta non è semplice perché dipende dalle caratteristiche della stufa che si possiede e dal tipo di uso che se ne intende fare (per esempio riscaldare la casa). La scelta dipende inevitabilmente anche dalle esigenze economiche del singolo cliente. Dunque parlatene con un esperto del settore per farvi consigliare al meglio sul tipo di biomassa adatta per voi e il riscaldamento che desiderate.