Quando si acquista del pellet bisogna sempre accertarsi che questa abbia la certificazione ENplus. Ma cos’è questa certificazione e perché è così importante che il nostro sacchetto di pellet ne sia provvista? Il potere calorifico del pellet serve per capire quanto quel combustibile può riscaldare la nostra casa. Ma non è l’unico parametro da conoscere e di cui accertarsi quando si acquista il pellet. Ovviamente sarà necessario conoscere questi parametri anche in relazione alla nostra stufa, per far in modo che questa duri il più a lungo possibile.
Utilizzare il pellet per scaldare la nostra abitazione è una scelta che dà molti vantaggi. In termini di risparmio economico ma anche per quanto riguarda la semplicità di funzionamento. Utilizzando il pellet si avrà la garanzia di avere un combustibile economico e soprattutto ecologico. In questi ultimi anni il mercato dei combustibili è cambiato molto e questo ha influito anche sul prezzo del pellet. Nonostante questo resta il miglior modo per scaldare la nostra casa. In questo articolo scopriremo come scegliere il pellet di migliore qualità da usare per scaldarci.
Cos’è la certificazione ENplus
La certificazione europea ENplus è una certificazione che garantisce degli elevati standard qualitativi del nostro pellet. Lo fa garantendo che la filiera attraverso cui il combustibile è passato a rispettato tutti i disciplinari stabiliti dalla legge. Con la certificazione ENPlus, oltre a garantire la qualità del prodotto, ci dà anche delle chiare indicazioni sul pellet, sia riguardo la tracciabilità che sul suo ciclo di vita. Avremo quindi un pellet con delle chiare caratteristiche chimiche, fisiche ed energetiche, stabilite ai termini di legge e soprattutto rintracciabili.
I prodotti con certificazione ENplus si suddividono in tre categorie:
A1: è il pellet più pregiato sul mercato, perché ha un contenuto di ceneri che non supera lo 0,7%;
A2: è il pellet di seconda qualità media con un contenuto di ceneri fino ad un massimo dell’1,2%;
B: si tratta del pellet di qualità più bassa con un contenuto di ceneri che può arrivare fino al 2%;
Quando si va a rintracciare la certificazione del marchio ENplus, deve anche essere presente il numero identificativo dell’azienda e le due lettere identificative della nazione di provenienza. Quando si acquista un sacchetto di pellet sprovvisto di codici e di una qualsiasi indicazione riguardo il nome del produttore o informazioni sulla composizione, si sta acquistando un prodotto fuori legge.
Oltre a tutto questo bisogna anche ricordare che quando si acquista un pellet di alta qualità, questo deve garantire un alto potere calorifero, ma anche un basso coefficiente d’umidità. Infatti, bisogna sempre ricordare che l’umidità, in ogni combustibile, ne diminuisce la resa. Per cui un pellet che abbia assorbito molta umidità brucerà peggio lasciando anche molti più residui all’interno della nostra stufa. Quindi è un aspetto da tenere sempre bene a mente e non sottovalutare mai. Anche perché il pellet con molta umidità ha anche un costo inferiore sul mercato.
Come valutare la bontà del pellet acquistato
Valutate tutte le certificazioni sopra elencate, potremo stare abbastanza tranquilli riguardo il fatto che stiamo utilizzando un pellet certificato e garantito. Questo ci permette di sapere facilmente anche qual è il pellet migliore senza prendere abbagli. C’è poi anche un modo più pratico, se proprio non ci volessimo fidare delle certificazioni. Questo test fatto in casa, ci permetterà di verificare che il pellet nei nostri sacchetti è quello giusto per scaldare la nostra casa durante i periodi più freddi.
Partendo da un’analisi visiva, possiamo accertarci subito se il nostro pellet è di alta qualità. Se notiamo che all’interno del sacchetto c’è una grande quantità di segatura e polvere di legno. Allora quello è un indicatore di un pellet che si sgretola facilmente ed è quindi di bassa qualità.
Questo può comportare dei danni alla nostra stufa. In quanto la polvere di pellet, essendo molto fine, va ad infiltrarsi tra i componenti meccanici ed elettronici causando dei malfunzionamenti. Inoltre, se il pellet non è ben compresso, brucia molto velocemente, con una resa inferiore e un aumento dei consumi. Oltre a ciò, bisognerà anche pulire la stufa più di frequente.
Nel caso non ci sia molta polvere si può provare un secondo test. Basta immergere una manciata di pellet in un bicchiere d’acqua e aspettare. Se l’acqua non si intorbidisce e il pellet finisce sul fondo, quello è un combustibile di ottima qualità. In quanto è compatto e non si sbriciola, lasciando dei residui di polvere.
Verificata la bontà del pellet però, non bisogna mai dimenticare che anche la nostra abitazione influisce sul riscaldamento stesso. Innanzitutto l’isolamento termico che ha la nostra casa è importantissimo. Per evitare che il calore prodotto dalla nostra stufa a pellet venga disperso e che quindi ci sia bisogno di una maggiore potenza per scaldare gli ambienti. Una volta stabilito tutto ciò potremo anche star tranquilli di avere una stufa a pellet dalla massima resa e che riesce a scaldare con efficienza la nostra abitazione.